Elenco blog personale

domenica 21 novembre 2010

diamo i numeri

tre finocchi al prezzo di uno,
due finocchi nello spazio di uno,
i cachi non li conto, ma l'alberello è uno solo (aiutato da vari sostegni per tener su i rami).
anche il romanesco è uno solo, ma sembrano tanti messi in file precise da fare un disegno perfetto. adesso bisognerebbe smettere di guardarlo e ammirarlo, ma decidere di tagliarlo, ma è così bello...
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sabato 20 novembre 2010

le stagioni...

...non sono più quelli di una volta?
ogni stagione ha i suoi frutti, le sue verdure del momento. bene. noi abbiamo le zucchine al giorno 20 di novembre. non è una verdure di questa stagione, eppure cresce, fa i fiori. non è in serra, tranquilli, qui non c'è nessun trucco. (umano perlomeno). la natura fa il suo corso. e noi ringraziamo e mangiamo le nostre zucchine.



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domenica 14 novembre 2010

sorriso della mattina


la fantasia fa dei giochi simpatici.
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venerdì 12 novembre 2010

new entry

la new entry di questa settimana sono i cavolini di bruxelles. come prima raccolta non era abbondante, ma speriamo nel futuro.


e parlando di speranze, la zucchina non si demoralizza. le ho anche detto che siamo a metà novembre, ma lei continua a far fiori. e io non la tolgo. quattro mini-zucchine era il bottino di ieri.



per un pò di tempo ci siamo arrovellati (si fa per dire) il cervello di che cavolo di cavolo potrebbe essere questo. foglie giganti, nessun cuore o fiore, invade la proda e schiaccia i poveri radicchi e i superstiti peperoncini. adesso uno ci ha svelato il mistero. romanesco, che fa il cuore a punta. bello, per adesso ancora mignon, che cresca in proporzione delle sue foglie?

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venerdì 5 novembre 2010

cassettina 0 km e altri pensieri

cosa offre ancora l'orto in questi primi giorni di novembre.
*le ultime zucchine-4- (ma saranno veramente le ultime? finche non tolgo le piante ho speranza. ci sono ancora fiori!!),
*insalate e radicchi,
*finocchi -(e qui dovrei aprire un piccolo capitolo per queste verdure bianche profumatissime: è la prima volta che non vanno in semenza e riusciamo a coltivarli, nel senso a farli diventare belli grossi. momento giusto di semina? rincalzatura opportuna? fortuna?)
*verza e broccoli, ma questi sono abbastanza nella norma;
*cosa strana poi ("strana", perche si pensa di saper tutto e puntualmente si propone una sorpresa), i peperoncini riescono a prendere colore. sia quelli rotondi bacio di satana -in fondo c'è la foto della loro "fine", manca il ripieno e il forno- , che quelli lunghi a grappoletto.
*sul terrazzo poi c'è chi prende il coraggio di fiorire. e nel suo piccolo il fagiolo ha fatto un fagiolo.

anche qui ha fatto un tempo da lupi, con tanta di quell'acqua e freddo, eppure sembra che siamo più noi a lamentarci che non le verdure.



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giovedì 4 novembre 2010

tempo e paglia... (trucco/2)

...maturano i pomodori, e cadono le foglie.
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lunedì 1 novembre 2010

taci, odi?, ascolta, piove.

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere
sìche par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.