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mercoledì 1 aprile 2020

alfeo e il derlo per grandi e piccini.



I DERLARI di Antonia Stringher
Uno degli antichi mestieri dei cimbri del quale si va ormai, perdendo la memoria, era quello del derlaro .
Il derlo, ( gerlo) rigorosamente al maschile, era il mezzo ideale per trasportare, sugli impervi e ripidi pendii
che caratterizzano il nostro territorio, materiali come: fogliame, terra, letame, rissi (castagne nel riccio),
noci, ecc. Naturalmente l'ampiezza del derlo dipendeva dal tipo di materiale trasportato; per ovvie ragioni il
derlo da letame o da terra era più piccolo di quello da foglia o da ricci.
Costruzione di un derlo
La costruzione dei derli avveniva di sera nelle stalle, durante i filò, o quando il brutto tempo impediva di
effettuare lavori all'aperto quali : la fienagione, il taglio della legna, ecc. Nei primi anni '60 il costo di un
derlo andava , secondo la grandezza, da 1000 a 3000 lire, rappresentando così una discreta risorsa per
l'economia delle famiglie
Tutta la materia prima viene fornita dal bosco. Un paio di mesi prima si tagliano con luna buona i legni
idonei alla costruzione: faggio, noce o acero per il fondo e il traverso vicino all'orlo; frassino per le stecche
che andranno a formare l'intelaiatura; nocciolo per le marele , l'intreccio del bordo e le strope che
fungeranno da bretelle.
Si parte col sagomare l'assicella rettangolare del fondo al quale vengono praticate delle scanalature nelle
quali vanno inserite le stecche di frassino in senso verticale, le quali a sua volta, andranno intessute in senso
orizzontale con le marele, ovvero striscioline di nocciolo che andranno via, via, a raggiungere il bordo che
andrà chiuso con un intreccio di pole di nocciolo. Tali pole, tagliate con luna buona, ( luna vecchia) almeno
dieci giorni prima dell'uso, per poter essere intorte a dovere, abbisognavano di essere scaldate. Per questo,
esisteva in contrada un forno comunitario adatto allo scopo. Quella dell'intreccio del bordo è
un'operazione impegnativa che richiede l'impiego di due persone. Per una maggiore aderenza all'intreccio,
il derlo viene immerso per qualche ora nell'acqua. Ultima operazione è l'applicazione delle strope , le
bretelle che consentiranno di portarlo sulla schiena.
Un tempo era tradizione sfruttare le braci del forno, cuocendo squisite focacce che venivano poi mangiate
allegramente in compagnia.
Talvolta ne costruivano di piccolini a uso giocattolo. Un tempo per un bambino ricevere a Santa Lucia un
derletto , a sua misura, con dentro castagne , alcune caramelle, o una stecca di mandorlato acquistato alla
sagra di S. Andrea, ( 30 novembre) rappresentava una vera gioia!
Chiaramente con l'avvento dei mezzi meccanici il glorioso derlo , prezioso mezzo di trasporto dei cimbri è
finito in soffitta.

2 commenti:

Vera ha detto...

Anche lassù a "Terre Alte" usano ancora le "gerle"

UnUomo.InCammino ha detto...

Conobbi le gerle quando ero piccino, nel remoto paesello della nonna in Trentino.
C'erano anche quelle per bambini e ragazzi perché, giustamente, l'educazione al lavoro iniziava in tenera età (non vigeva la follia politicamente corretta ora per la quale non devi mai lavorare quando sei bambino e poi neppure dopo, tanto c'è il reddito di fancazzanza).
Erano strumenti di lavoro ma anche educativi, di cultura.
Anche questi spariti nel progresso verso il peggio, verso la barbarie.